Il colore mi ha attirata, il profumo mi ha coinvolta, unico: lampone, banana, rosa, lieviti, un vegetale che non riesco ad identificare in modo preciso, odore di mare; il gusto e l’aroma mi hanno definitivamente conquistata.
Sui rosati c’è un pregiudizio che viene da anni in cui il vino è stato mortificato e i rosati sono quelli che ne hanno fatto le maggiori spese, perché sono quelli che sono stati mortificati di più, ed è tuttora difficile convincere alcuni che un rosato può essere una perla.
Questo per me lo è, è il primo rosato che mi ha colpita, e resta tra i preferiti, quando sono entrata in contatto con lui è stato inevitabile pensare “questo è il vino dell’amore” e adesso a distanza di tempo, vorrei trovarne una definizione meno romantica ma non ci riesco.
Rosa antico e al contempo brillante, profumo variegato e fresco, energia prepotente; continuano a farmi pensare “questo è il vino dell’amore”.
D’ altronde il vino stimola associazioni contro cui non si può niente, proprio come l’amore.