Tutto quello che è misterioso ma carico di indizi non completamente svelati è straordinariamente seducente, così è il meraviglioso mondo delle malvasie.
Tante se ne trovano disseminate in Italia e sulle coste del Mediterraneo, alcune sono sinonimi di una stessa varietà, altre sono capostipiti che hanno generato malvasie figlie, ce ne sono bianche, nere e persino una rosa.
Il nome deriva da un’isola greca conquistata insieme ad altri territori bizantini tra cui l’isola di Creta, dai Veneziani durante la IV crociata.
I veneziani conobbero un vino dolce e aromatico e se ne innamorarono, l’isola di Creta divenne il vigneto di Venezia, qui producevano il vino che andava ad allietare le tavole della nobiltà veneziana e d’europa, il vino greco diviene un simbolo elitario, un elisir proveniente da luoghi lontani e misteriosi.
La specificità di questi vini, diversi da quelli che si producevano in Europa, aromatici e dolci, realizzati con il metodo dell’appassimento delle uve; la provenienza dalle terre bizantine e il nome, ne fanno un brand.
Quando Venezia perderà il suo vigneto dopo che l’impero Ottomano si sarà impossessato dell’isola di Creta nel 1669, il nome e lo stile dei vini Malvasia era ormai consolidato da più di 400 anni.
Bisognava trovare un altro modo per produrlo, si trovarono uve simili, più o meno aromatiche sulle coste adriatiche italiane e dalmate e si continuarono a produrre vini dal nome malvasia con queste uve. Ecco che uve diverse oggi si chiamano “malvasia” anche quando non c’è legame di parentela tra di loro.