Un’abbraccio è quell’atto in cui due elementi perdono la percezione di se stessi e trovano l’altro.
Così sono le due anime di questo vino, una possente e l’altra una coccola, legate ma non fuse, scorrono l’una sull’altra incontrandosi e separandosi, cercandosi e perdendosi, riconoscendosi separatamente e fondendosi solo a tratti.
Potresti gustarlo per ore e non sarebbe mai lo stesso sorso: a volte semplice ti fa compagnia, a volte ti intriga il sentire le sue parti più dure che subito dopo si affievoliscono al passaggio di una carezza arrendevole.
Altre volte introverso, ti sembra inconoscibile.
A volte un messaggero di pace.
Ecco le sue uve: Sangiovese e Malvasia nera, la forza e la grazia.
Questo vino è per tutti?
Per tutti coloro che amano l’espressione variegata dei dettagli cangianti, che colgono le sfumature anche quando appaiono impalpabili;
che sono attenti, ma che quando si distraggono la parte istintiva diventa padrona delle percezioni, e imparano senza sapere.
Ci ho messo un po’ a capirlo, proprio perché questo vino sfugge alle definizioni univoche e schematiche, ma è un flusso che scorre in tutte le direzioni.